Elisabetta ripensaci!

Viviamo in un momento difficile, i TG parlano ogni giorno di riduzione degli stipendi, riduzione dei finanziamenti alla scuola pubblica e alla ricerca, riduzione del personale. Parole a cui ormai siamo tristemente abituati, quasi rassegnati. Ma giovedì quando è giunta alle mie orecchie una notizia sull’ennesima riduzione, su un fronte che credevo intoccabile, ho avuto momenti di sconvolgimento, depressione, panico. Dopo lunghe ore però ho avuto uno scatto di ribellione ed è esplosa la mia indignazione. Stavolta questa ri-forma non passerà, abbiamo sorpassato il limite, dobbiamo mobilitarci, reagire, lottare fino allo stremo.

Vengo al fatto. Tutto nasce da una falla nel perfettamente oliato Sistema dell’Informazione Unica, che puntualmente aveva fatto omettere la notizia nei vari TG. Ma i solerti Guardiani del Regime non avevano pensato a controllare l’innocua rubrica sulla medicina della RaiDue dei colonnelli papisti.
Così avviene che nella puntata di Medicina33 trasmessa giovedì 4 dicembre, il dissidente Luciano Onder riesca ad inserire la bomba. Anzi, due bombe.

Avevo la tv accesa e nemmeno la seguivo, ad un tratto alcune parole risvegliano la mia attenzione “…e adesso parliamo di un intervento di chirurgia plastica particolare, in controtendenza, per ridurre il seno” – ridurre il seno, mi si raggela il sangue, credevo fosse stata abolita con una moratoria ONU questa pratica barbarica – al che d’instinto frugo nei miei ricordi per trovare un abbinamento “Pannella + sciopero fame + riduzione seno”. In quell’istante traggo una rassicurante spiegazione logica “sarà una racchia obesa”. Ma subito partono le immagini del servizio “17 anni, Elisabetta ha un seno che le rende la vita difficile”, fanno vedere la ragazza, mi metto le mani nei capelli, gli occhi spalancati e inizio a piangere “noooo assassini! Perché?!?”. Lei ha un viso bellissimo, lineamenti gentili, un corpo perfetto e due enormi puppe sode che, che… sniff sniff, scusate sono commosso non ce la faccio.
Il capo d’accusa del regime è sconvolgente e inconcepibile: gigantomastia. Di una rara virtù ne fanno una vergognosa colpa. Basta!

Come si può stare zitti davanti a tale crimine? Organizziamoci come i cattolici hanno fatto con la risibile questione del diritto di voto agli embrioni. E vi assicuro che in questo caso sarebbe più facile dimostrare che quelle pocce hanno un’anima! Sono anche sicuro che se gli avessero dato l’opportunità avrebbero gridato la loro voglia di vivere, ci avrebbero fatto capire che dobbiamo accettare la diversità; ma il bieco catto-terrorista in camice verde che le teneva incappucciate non glielo ha permesso.

vlcsnap-339354L’aguzzino mentre tortura la poccia sinistra.

Lancio dunque questo appello internazionale: salviamo le pocce di Elisabetta! Formiamo una Coalizione dei Volenterosi e interveniamo subito, con o senza l’egida dell’ONU. Non c’è momento da perdere!

Elisabetta, forse sei stata plagiata dai fondamentalisti cattolici Pro-Embrioni & Anti-Pocce, ma ti assicuro che molti sarebbero pronti a sostenere una tua scelta pro-Life anti-riduzione. Siamo tutti pronti a sostenerti, è una questione di civiltà. Adesso hai un peso sul petto, ma potresti averlo sulla coscienza, pensaci!

E se proprio vuoi disfartene così prematuramente perché non hai modo di mantenerle, non le gettare! Siamo in tantissimi disposti ad adottarle! Io stesso sono pronto, abito in una casa col giardino, e la notte le farei dormire dentro casa, anche sul mio letto insieme al gatto, farebbero subito amicizia!

Come riconoscere il nerd in spiaggia

Back in town dopo tre giorni di mare e connesse nuotate scoordinate. Mi ci voleva proprio. Il sabato pomeriggio la "spiaggia gggiovani" era piena di topa. Stormi di passere, sono andato in overdose. Le fotografavo mentalmente e le inserivo nella cartella cerebrale x/amatoriali/topaonthebeach.

Non ero il solo nerd a sbavare, sapevo riconoscere i miei simili. Ecco alcuni suggerimenti per riconoscere la nostra etnia in spiaggia:
1) abbiamo la schiena ustionata dove non arrivano le mani, perché non abbiamo la ragasssa che ci spalma la cremina;
2) se siamo con una ragazza, questa o è nostra parente o è col suo ragazzo, o entrambe le cose;
3) arrivando in spiaggia siamo in grado di individuare in pochi centesimi di secondo il miglior assembramento di 18-19enni e scegliamo di posizionare il telo da mare nella posizione migliore per avere una visuale ottimale sui loro culetti.
4) il nostro abbigliamento anti-fashion: io per esempio sono andato per 3 giorni mattina e pomeriggio con la stessa maglietta scolorita e bucata in più punti. Già dopo anni avevo un costume nuovo acquistato a 10 eurss (grazie a eBay),  con una maglietta nuova sarei sembrato un fighetto. Con l’ipotetico rischio di attirare attenzione femminile! Sia mai! Il nerd non è attrezzato per tali incontri non programmati, non sapremmo gestirli. Come si fa senza averne prima googlato il nome?
5) parafrasando il titolo di un disco degli Area: "ore 18, le tope se ne vanno, i nerd restano". Perché non hanno da prepararsi per uscire fuori dopo cena.

Ora vado a tentare di spalmarmi un po’ di doposole sulla schiena perché mi brucia troppo.

No all’addominali nelle fie

Uno arriva stanco a sera, si sintonizza ad audio zero su TeleTette (Canale5) pe’ vede’ un po’ di fiha e i’ cche vedo? Madonna che schifo la velina mora di Striscia c’ha gli addominali! Ma si pole? M’ha castrato. Se mi garban le fihe voglio vede’ le poppe, le cosce, i’ culo sodo. E voi vu mi mostrate una sedicente fia coll’addominali in vista? O milanesi rintronati, se mi garbavano l’addominali facevo prima a esse’ buco o anda’ a transe.

Nonna, una lieta novella t’annunzio

[Nota: questo post dovevo pubblicarlo due giorni fa ma non ho potuto e dunque beccatevelo ora facendo finta che la Santa Pasqua debba ancora giungere nelle nostre umili et cristiane dimore]

Anche a ‘sto giro di visita pasquale ai parenti la mi’ nonna mi chiederà «C’hai la fidanzatina? Daaai, dillo a nonna! Lo so che ce l’hai, quando me la fai conoscere?». Stanco di rispondere timidamente e sommessamente «No ora un ce l’ho», dato che la nonna unn’intende che qui non si batte chiodo, le risponderò spavaldo:
«Sì nonna, finalmente ce l’ho! L’ho conosciuta facendo volontariato sulle ambulanze»
«O che bravo, fai anche volontariato ora? Che bello, anche lei era sull’ambulanza?»
«Sì, esserci c’era, ma era in overdose e rantolava schiumando dalla bocca»
Lei sverrà, allora il mi’ nonno chioserà:
«Ovvia, allora tutto bene, bravo» – porello, ormai l’è rincoglionito del tutto.

Sarà una giornataccia questo 23 marzo pasquale, data storicamente nefasta fra l’altro, dato che in questo giorno:
1919 – Benito Mussolini fonda a Milano il Movimento politico fascista
1933 – Il Reichstag conferisce ad Adolf Hitler poteri dittatoriali sulla legislazione tedesca

L’unica nota lieta è che il 23 marzo del 1915 nacque il mitico Vasily Grigorievič Zaitsev, eroe della Patria.
Come egli coraggiosamente affrontò l’invasore nazista, io son pronto a affrontare i parenti. Non un passo indietro, non un passo indietro!

Perplessità nerdiche

Perché di un PC posso scegliermi i singoli componenti hardware secondo le mie esigenze e di una ragazza no? Perché sono tutte preassemblate? Perché devo acquistare scegliendole per il case senza sapere cosa c’è dentro? E se c’ha i polmoni messi male o l’udito malfunzionante posso sostituirli?
Inoltre mettiamo – come accade spesso – che mi piaccia l’hardware ma non il sistema operativo, mi tocca tenerla così. E se quella ha funzioni non documentate, backdoors?
In alcune occasioni sarebbe utile avere una ragazza dual boot ad esempio. Mi sono informato, non si può fare. Bisogna accontentarsi di una dual boops.

P.S.: sarà difficile partorire un post più scemo di questo, ma se c’è una cosa che mi ha sempre stupito è la mia demenza, che ogni volta raggiunge nuovi limiti. Sono fiducioso.

Fia col vento

In due giorni mi hanno sorriso per strada più faighe (very faighe!) che negli scorsi quattro anni. Nel senso che non era quasi mai successo, e il "quasi" ce l’ho infilato in una crisi di ottimismo. Di solito incrociandomi mi ignorano anche se fingo un malore accasciandomi (in tal caso mi passano sopra calpestandomi) oppure pur di evitarmi saltano giù dal marciapiede e si buttano sotto a un Suv.

Invece ieri e oggi… boh miracolo. Ho ipotizzato fosse il fascino dello pseudo-hippie per via dei capelli incolti ormai alla deriva che con il vento degli ultimi giorni raggiungono il massimo della trasandatezza, ma no, dopo tutto i capelli non mi coprono del tutto la faccia, e quella è sempre la solita (da culo n.d.r.).
Temevo di aver avuto le visioni, quando ho trovato la spiegazione logica e razionale a tutto ciò. Dopo l’ultimo Giuventus-Fiorentina – con la viola che vince in casa dei gobbi dopo 20 anni – il mondo si è capovolto, nulla è più come prima, e dunque  le faighe non sorridono più ai fighi ma solo a noi cessi! E’ così per forza! Olè!

Chiodo fisso

Ricevo una telefonata, una tizia con forte accento sardo (almeno mi sembra, non so distinguere, comunque era esotico) mi informa che da oggi lei è il mio contatto commerciale personale per una nota multinazionale di hardware, si presenta e io col cervello già in viaggio appunto il cognome: De Seno. Dopo un po’ ricevo la sua e-mail, inutile dire che il suo cognome è completamente diverso.
Probabilmente mentre mi chiedeva informazioni sul mio parco hardware io pensavo alla sua di dotazione hardware, immaginandomela abbronzata, atletica, capelli selvaggi, mentre in bikini telefona dal bungalow a pochi metri dal mare. Ripensandoci, credo di averle dato risposte del tutto inventate, chissà quali dati strampalati si ritrovano adesso.

Me + controllora = looove

Mi sembra che in Trenitalia stiano assumento un sacco di ventenni carucce. Questo sì che è miglioramento del servizio!
Ieri sul treno c’era una ragazza-controllore dai tratti fini, veramente supercarina oltre che gentile. Ha iniziato a parlarmi dandomi del tu e non sputandomi in faccia, e subito ho capito che c’era una speciale empatia – sì sì ne sono sicuro! – avessimo potuto proseguire la conoscenza mi avrebbe portato nello scompartimento biciclette a fare all’ammmore – sì è certo, strasicuro!

Beh, ma a chi la racconto? Siamo realisti. Mi sarebbe piaciuto che ella fosse stata così gentile e servizievole con me per via del mio fascino (di profugo fuggiasco sotto psicofarmaci), ma in realtà era solo impietosita dal mio evidente deficit neuronale.
Però rimane il fatto che non mi ha sputato!! La tattica dell’impietosimento sembra funzionare!! Evviva evviva!

De pulchra gallina

Sto digitando da una postazione con Windows XP che non ha Firefox. mi tocca usare Explorer. Abominio. Come previsto si è impallato dopo 4 siti, e precisamente sulla home personalizzata di Google, manco fosse chissà quale sito mal progettato.

 

Ho scoperto una piccola città, ove adesso mi trovo, di cui non farò il nome per evitare esodi di massa, che è più simile all’idea di figodromo che di agglomerato urbano. C’è una densità di topa maggiore che a Bologna, ed ho detto tutto. L’unico problema è che le detentrici di vagine paiono uscite dalla stessa catena di montaggio, dunque ancora non ho capito come facciano i ragasssi a riconoscere le proprie fidanssate. Avranno tecniche simili a quelle dei pinguini, forse dall’odore.

 

Ma veniamo alla cosa più bella che abbia visto ivi e che mi ha spinto a accedere a Splinderozzo per condividere la risata. Mentre passaggiavo in un piccolo parco pubblico ho notato in lontananza un signore che, braccia dietro la schiena, guardava il suo animaletto spassarsela. Essendo il giardinetto per i cani a pochi metri, ho pensato "guarda questo zozzone fa cacà il su’ cane nì prato dove si siede la gente". Avvicinandomi però ho iniziato a dubitare fosse un cane di piccola taglia, allora ho sorriso: "dev’essere un gatto, ganzo". Giunto a pochi metri mi son bloccato di colpo e ho sorriso come un bimbetto deficiente. Non era nemmeno un micetto, era una paffuta gallina (molto paffuta) che razzolava felice nel fogliame, in compagnia di un merlo distante meno di un metro. Bellissimo. Percepivo la felicità del ruspante, che ovviamente avrà avuto un nome. Per chi non le conoscesse, vi assicuro che le galline son animali molto divertententi. I galli no, i galli son stronzi. Mi ha messo di buon umore questo affresco di realtà contadina che resiste nell’ordinaria cittadina moderna. Perché una volta in Italia avere polli che giravano per casa e averne uno preferito non era una cosa tanto rara (così mi hanno raccontato).

 

Visto che con le "galline umane" non c’ho speranza, domani ci provo con questa pollastrella. L’ho vista molto atletica e focosa. Chissà…